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L’economia circolare è la soluzione della plastica monouso?

Le plastiche monouso sono fra i problemi più gravi e più urgenti che il nostro pianeta deve affrontare. Non solo quelle già abbandonate nei vari ecosistemi li minacciano, uccidendo la fauna e creando disastri nella catena alimentare, ma il loro continuo accumularsi fa emergere nuove situazioni critiche in località sempre diverse. Le iniziative per combattere questo tipo di inquinamento, quindi, devono puntare da un lato all’offerta di alternative perché l’utilizzo di questo tipo di plastiche cessi definitivamente e, in secondo luogo, trovare il modo di smaltire quelle che già esistono. Uno dei progetti più creativi in questo senso è il Flipflopi, un movimento nato in Africa con lo scopo di combattere l’uso e la diffusione delle plastiche monouso attraverso lo storytelling posititvo e l’educazione, ma soprattutto facendo di questo genere di rifiuti un utilizzo davvero originale.

Economia Circolare e Plastica Monouso

 

Una barca a vela di plastica

L’idea che ha dato il nome al progetto è nata e si è concretizzata nel 2017 in Kenya, sull’isola di Lamu, dove un gruppo di attivisti ha costruito la prima barca a vela realizzata interamente in plastica riciclata. Per la costruzione sono state impiegate 30 tonnellate di rifiuti di plastica raccolti, fusi insieme e poi modellate con tecniche tradizionali della cultura Swahili, che si usano normalmente per il legno, e l’imbarcazione è stata rivestita con 30.000 infradito (in inglese flip-flop, da cui il nome dell’imbarcazione e dell’intera iniziativa).

Raccontare storie per cambiare il mondo

La flipflopi ha fatto il suo primo viaggio nel 2018: 500 km da Lamu fino a Zanzibar, in Tanzania, con 12 fermate nel corso delle quali il team è entrato in contatto con diverse comunità. L’idea è quella di utilizzare quello che ormai è diventato un simbolo per raccontare l’economia circolare in modo coinvolgente, arrivando ad avere un forte impatto emotivo sulla vita di chi entra in contatto con questo progetto e spingendo sempre più persone ad adottare alternative alle plastiche monouso. In particolare in Africa, una campagna di questo genere deve concentrarsi soprattutto su progetti che coinvolgono la comunità e che sono ideati e diretti a livello locale.

La Flipflopi è inoltre la testimonianza concreta del fatto che non basti smettere di usare oggetti di plastica usa e getta nella nostra vita di tutti i giorni: occorre anche pensare a come smaltire i rifiuti già esistenti. In questo consiste la rivoluzione dell’economia circolare: nel vedere in ciò che tutto il mondo considera scarti inutilizzabili nuove possibilità. Che cosa accadrebbe alle località del mondo che oggi vengono usate come discariche, se improvvisamente tutti i materiali di scarto si scoprissero essere materie prime e quindi ricchezza?

I tipi di plastica che dovresti smettere di usare fin da ora

Attenzione: il fatto che una barca come la Flipflopi possa essere fatta di plastica riciclata non deve indurci a pensare che, dopo tutto, non sia un gran danno continuare ad acquistare e gettare qualsiasi tipo di plastica monouso nella nostra quotidianità. Certo, il pensiero che tanto, prima o poi, qualcuno troverà il modo di riciclare i nostri scarti è allettante, ma fuorviante. Ci sono infatti diversi tipi di rifiuti di plastica che non possono in alcun modo essere riciclati e che costituiscono una vera e propria catastrofe ambientale. Fra questi, per esempio, tutte le stoviglie usa e getta, le cannucce in plastica e i classici cotton fioc. La buona notizia è che per tutti questi articoli esistono alternative in materiali riciclabili o biodegradabili, hanno prezzi accessibili, sono disponibili sul mercato e garantiscono una qualità identica a quella a cui siamo abituati. Non abbiamo più scuse.

Scritto il 03-06-2021

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